Parla Parzani, Presidente di Borsa Italiana: oggi Milano è più europea con Euronext; il mercato dei capitali allarga gli orizzonti. Fondamentale la governance nella transizione verso la sostenibilità

La Borsa non fa più paura ai giovani imprenditori e manager. Parola di Claudia Parzani, Presidente Borsa Italiana e Partner Linklaters, che in questa intervista con Previndai Media Player parla delle occasioni per gli investitori e le aziende italiane della confluenza di Piazza Affari in Euronext; di come il mercato dei capitali può aiutare a far crescere le aziende e di come affrontare le sfide della sostenibilità

 

  1. Presidente Parzani Borsa Italiana ha, poco meno di due anni fa, cambiato di nuovo insegna, passando dal London Stock Exchange a Euronext, come procede l’integrazione e quali vantaggi per il ‘Sistema Italia’?

 

L’integrazione sta procedendo molto bene. L’Italia è oggi parte di Euronext, la principale infrastruttura borsistica europea, insieme a Francia, Olanda, Belgio, Irlanda, Portogallo e Norvegia. Euronext è cresciuta molto grazie all’apporto italiano e continuerà a farlo grazie a una strategia che vede l’Italia e Borsa Italiana giocare un ruolo centrale con le sue persone, strutture e competenze. Abbiamo appena completato con successo la migrazione dei mercati azionari di Borsa Italiana su Optiq, la piattaforma di negoziazione del gruppo. Questo significa in concreto che le società quotate in Borsa Italiana fanno ora parte di un unico bacino di liquidità accessibile da uno dei sette mercati di Euronext. Oltre 1900 società quotate per una capitalizzazione aggregata di oltre 6,3 trilioni di euro. Il più ampio bacino di liquidità in Europa. Questo significa avere un’esposizione a un numero di investitori molto maggiore di quello attuale. D’altra parte, investitori e intermediari italiani potranno accedere da un unico punto allo stesso bacino. Si tratta di un passo molto importante verso la realizzazione della Capital Markets Union, l’unione europea dei mercati dei capitali e l’Italia c’è e fa la sua parte. 

 

  1. Eppure la Borsa spesso è vista nel nostro sistema economico, di piccole e medie imprese, come qualcosa di lontano, complicato e forse anche un po’ ‘esotico’ o addirittura pericoloso…

 

La Borsa è un’opportunità, un ponte tra aziende e mercati, uno strumento di crescita non solo finanziaria, ma anche manageriale e di processi. Molti imprenditori, soprattutto le nuove generazioni, hanno un atteggiamento diverso nei confronti della Borsa e, più in generale del mercato dei capitali. È un cambiamento culturale che noi abbiamo colto e incoraggiato con progetti come ELITE, l’ecosistema che aiuta le piccole e medie imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici. ELITE, che ha compiuto l’anno scorso 10 anni di vita, ha visto oltre 2000 imprese e 200 partner ammessi dal lancio e ha saputo creare un network eccellente e fortemente orientato a operazioni di finanza straordinaria.

 

  1. Gli sforzi di semplificazione per la quotazione annunciati dal Governo basteranno a modificare questo approccio scettico da parte delle pmi? 

 

L’impegno del Governo e gli sforzi che tutti noi soggetti coinvolti stiamo facendo dalla pubblicazione, nel luglio del 2022 del Libro Verde sulla competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita, stanno già portando a dei risultati sia per le società più grandi che per le pmi. E mi piace ricordare che Euronext Growth Milan, il mercato per le pmi di Borsa Italiana ha già un track record di grande successo, così come il segmento STAR. Quindi abbiamo moltissime belle aziende, l’infrastruttura c’è ed è oggi un’infrastruttura europea. Con le giuste riforme avremo un sistema ancora più forte, competitivo e accessibile per far crescere l’economia italiana.

 

  1. Un consiglio per manager ‘curiosi’ che volessero approfondire questa opportunità per le aziende che guidano? 

 

Sul piano pratico, contattare le persone di Borsa Italiana che saranno disponibili a fornire consigli e indicazioni su come approcciare questo passaggio. A Milano o nei tanti incontri che facciamo sul territorio italiano. Il mio consiglio personale è poi quello di provare ad avere quella che io chiamo visione a “doppia L”, di lungo e di largo. Le sfide attuali richiedono oggi più che mai coraggio e la capacità di guardare oltre il breve termine con un orizzonte temporale di lungo per immaginare soluzioni che possano andare bene tra 5 o 10 anni. E il mercato dei capitali offre anche questo: l’opportunità di allargare l’orizzonte. Fondamentale al tempo stesso una visione “di largo” che includa differenti prospettive e punti di vista e tenga in considerazione aspettative e bisogni di tutti gli stakeholders.

 

  1. Altro tema centrale nelle piazze finanziarie di praticamente tutto il mondo ma anche nella gestione dell’impresa è quello della sostenibilità, una sfida non sempre facile da affrontare..

 

La sostenibilità costituisce un fattore di cambiamento culturale che sta portando ad un ampliamento degli interessi, dei rischi e delle opportunità che le imprese devono considerare, valutare e integrare nelle strategie e nella governance. Gli obiettivi collegati ai fattori ambientali e sociali non sono obiettivi di breve termine ma richiedono una prospettiva di lungo termine. Il senso dell’urgenza è sotto gli occhi di tutti e riguarda il tema del cambiamento climatico ma abbiamo bisogno al tempo stesso di un cambio di paradigma dello sviluppo economico e sociale: crescita non solo economica misurabile in termini quantitativi ma anche delle condizioni di benessere, una società più inclusiva, meno squilibri e disuguaglianze. Sviluppo sostenibile basato su green e digital economy guardando alle nuove generazioni e puntando su educazione, formazione e competenze. E in questo scenario fondamentale avere una governance “best standard” che dia input e direzione, guidi e orienti le scelte. 

 

  1. Anche a livello regolatorio gli adempimenti collegati sono sempre più pesanti, un errore o uno sforzo necessario? 

 

Le necessità di agire concretamente sugli aspetti ambientali, sociali e di governance da parte di governi e istituzioni e di indirizzare i capitali verso aziende ad impatto positivo, ha reso necessario questo proliferarsi repentino di normative ad hoc per la finanza sostenibile. La regolamentazione è in costante evoluzione ma rappresenta un passaggio importante verso una maggiore chiarezza e trasparenza da parte dell’industria nei confronti degli investitori. Si tratta quindi a mio avviso di uno sforzo necessario per accelerare un progresso e un cambio di paradigma sui temi della sostenibilità.

 

  1. Stagione di nomine pubbliche e si torna a parlare di donne alla guida di grandi società, da esperta di corporate governance, quanto conta la cultura manageriale nel superamento del soffitto di cristallo?

 

La cultura manageriale conta ed è fondamentale per progredire sui temi di genere. Nel corso degli ultimi anni il top management aziendale, stimolato dai CdA e da esempi virtuosi di altri Paesi, ha spesso portato avanti politiche di inclusione e di ricerca di equilibrio. Dobbiamo continuare a dare occasioni e offrire opportunità al talento femminile. Servono managers che abbiano il coraggio di dare chance alle donne, che abbiano visione e premino il merito. Basta pregiudizi e stereotipi. Servono spazi in cui le donne ma anche i giovani più in generale possano contribuire, sapere che portano valore e vederlo riconosciuto. Semplice ma ancora molto complicato. 

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