L’intelligenza artificiale avanza apparentemente senza freni. Tra richieste di pausa e veri e propri stop ecco cosa potrebbe avvenire nel giro di pochi anni. E dove si concentrano i maggiori investimenti delle aziende private
La sveglia l’ha suonata ChatGpt. Il tema dell’Intelligenza artificiale e delle possibili conseguenze imprevedibili del suo rapido sviluppo è diventato terreno di confronto e discussione a tutti i livelli: dall’appello a una pausa di riflessione per tutte le aziende attive nel settore, di circa un migliaio di imprenditori ed esperti americani del settore, tra cui Elon Musk o il co-fondatore di Apple Steve Wozniak, allo stop proprio a ChatGpt deciso in Italia dal Garante della Privacy, per questioni legate appunto alla tutela dei dati personali degli utenti.
Ma perché tanta preoccupazione? Oltre al fatto che i rapidissimi progressi sono sotto gli occhi di tutti, secondo gli esperti del settore, nel giro di pochi decenni, le macchine potrebbero imparare come gli esseri umani e di conseguenza svolgere tutte una serie di attività, anche intellettivamente sofisticate, proprio come un uomo. È quanto potrebbe verosimilmente accadere, secondo oltre 300 scienziati, sondati dalla ricercatrice esperta del settore Katja Grace, in un recente studio sullo sviluppo dell’Intelligenza artificiale a ‘livelli umani’. La domanda era generica quanto basta (“Entro quando vede il 50% di possibilità che esista un’intelligenza artificiale a ‘livelli umani’”?) ma rende l’idea di quanto gli addetti ai lavori non liquidino questa possibilità come una fantasia: la stragrande maggioranza degli intervistati, infatti, il 90%, ha risposto di vedere questa possibilità entro i prossimi 100 anni ma ben la metà ha posto l’asticella molto più in basso individuando l’Ora X nel 2061. Infine, solo l’1,1% di loro ha risposto che una cosa simile non esisterà mai.
Altri studi simili arrivano a risultati simili, mentre altri esperti, in questo caso in previsioni, quelli di Metaculus.com, vedono buone probabilità (50%) che l’intelligenza artificiale umana possa concretizzarsi addirittura entro il 2040. Data indicata anche da un’altra studiosa del campo, Ajeya Cotra (Open Philantrophy), che in un paper sull’Intelligenza Artificiale del 2020 indicava il 2050 come possibile orizzonte più vicino; traguardo spostato indietro al 2040 in un aggiornamento del 2022.
Insomma, quello di indicare una data per una nuova ‘Rivoluzione tecnologia’ può essere non molto più che un esercizio divertente ma di certo c’è che negli ultimi anni a livello mondiale gli investimenti privati nel settore sono cresciuti davvero in maniera esponenziale, passando dai meno di 20 miliardi di dollari del 2013 a oltre 170 miliardi di dollari nel 2021.
E se anche negli ultimi mesi a tenere banco sono state soprattutto le performance di Chat Gpt, in realtà non è quello del linguaggio naturale il settore sul quale si stanno concentrando maggiormente gli investimenti, bensì quello dei dati, dalla loro gestione al trattamento fino al cloud. Al secondo posto si posiziona la macroarea medico-sanitaria, che ha registrato anch’essa una vera impennata a partire dal 2019, e al terzo il Fintech ovvero le nuove tecnologie applicate alla finanza.
Ma non sono solo le risorse economiche al servizio di questo nuovo settore a essere cresciute esponenzialmente (soprattutto dal 2018 in poi) ma anche i percorsi di studio universitari, le ricerche accademiche e i nuovi posti di lavoro a esso correlati, come dimostrano i grafici qui sotto.
Per questo le probabilità che in futuro l’Intelligenza Artificiale compia un salto davvero importante sono elevate secondo Max Roeser, fondatore di Our World In Data il sito di pubblicazioni di ricerche e statistiche da cui sono tratti tutti i dati qui esposti: “Il fatto che il settore sia avanzato con relativamente poche risorse negli anni passati e ora ne abbia molte di più a sua disposizione – portando a rapidi sviluppi negli ultimi anni – è una delle ragioni per le quali credo che l’Intelligenza Artificiale continuerà a svilupparsi rapidamente e a esercitare una sempre più ampia influenza nel nostro mondo”.
Il futuro appare davvero incerto se guardato attraverso i lenti dell’AI ma intanto è forse utile notare che in questa corsa, nella quale sono gli stessi protagonisti a chiedere di rallentare, l’Europa si trova piuttosto indietro, sia quanto a investimenti che al numero di le aziende che già adottano la tecnologia che per quanto riguarda le nuove società attive nell’Intelligenza Artificiale.