Francesco Bicciato, Direttore Generale, Forum per la Finanza Sostenibile

L’attenzione degli operatori previdenziali italiani verso gli investimenti sostenibili è in costante crescita, come evidenziato dalla nona edizione della ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional. I dati presentati a novembre 2023, durante la 12° edizione delle Settimane SRI, testimoniano una significativa evoluzione delle politiche di investimento, con l’80% dei 95 piani previdenziali partecipanti che dichiara di integrare i criteri ESG nelle proprie decisioni di investimento.

Questo dato segna un incremento rispetto al 76% dell’anno precedente, in linea con la tendenza positiva già emersa nelle precedenti edizioni dell’indagine. La ricerca coinvolge diverse categorie di piani previdenziali, offrendo uno sguardo completo sul panorama delle strategie adottate nel settore.

Tra i piani che includono i criteri ESG, il 63% estende gli investimenti sostenibili all’intero patrimonio gestito, con il principale obiettivo di coniugare impatto socio-ambientale e ritorno finanziario. La strategia SRI più ampiamente adottata rimane quella delle esclusioni, scelta dall’87% degli operatori sostenibili.

Un dato interessante emerso dalla ricerca è l’aumento significativo (da 2 a 17) dei piani che raccolgono le preferenze degli iscritti in merito all’inclusione degli aspetti ESG nelle politiche di investimento. Questo suggerisce una crescente consapevolezza e partecipazione attiva degli aderenti ai piani previdenziali nelle decisioni finanziarie legate alla sostenibilità.

Tuttavia, sono emerse anche criticità, soprattutto per gli otto piani che stanno valutando l’inclusione dei criteri ESG. La mancanza di dati affidabili e standardizzati e la necessità di certificazioni anti-greenwashing rappresentano le principali sfide. D’altro canto, le opportunità sono ben chiare: coniugare impatto socio-ambientale e ritorno finanziario, la mitigazione del rischio reputazionale e il supporto normativo risultano essere le leve principali per un’adozione più ampia dei criteri ESG.

È importante inoltre notare come l’attenzione all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sia in crescita. Nel 2023 si osserva infatti un netto aumento dei rispondenti che considerano gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) nella politica di investimento: questi passano da 19 nella passata edizione a 35 quest’anno. In particolare, gli SDGs più citati sono: l’obiettivo 13, ovvero la lotta al cambiamento climatico, e l’obiettivo 5, la parità di genere.

Per quanto riguarda la definizione della politica di impegno nei confronti degli emittenti inseriti in portafoglio, tra i piani attivi in ambito SRI, il 39% ha definito una politica di impegno, mentre il 28% ha in programma di farlo in futuro. Tra i piani che si sono dotati di una politica di impegno, il 90% adotta la strategia dell’engagement, strategia praticata dagli investitori previdenziali che cercano un allineamento sulle proprie politiche di sostenibilità con le imprese investite.

Questa politica di impegno, ove presente, fa riferimento a temi quali la gestione dei rischi legati al cambiamento climatico, il rispetto dei diritti umani, la riduzione delle emissioni climalteranti e la promozione della parità di genere.

Siamo di fronte a operatori che hanno un valore economico indubbio, ma anche un valore simbolico importante per il loro impegno sociale verso la riduzione delle vulnerabilità. Aderire ad un fondo pensione è estremamente importante per assicurarsi un benessere futuro ma anche per diminuire la precarietà economica, che ha conseguenze sociali pericolose, soprattutto in momenti di policrisi come quello attuale.

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