Previndai anche quest’anno ha partecipato all’ottobre Edufin, il mese dell’Educazione Finanziaria e Previdenziale, con un seminario tra gli studenti di Roma Tre

Ottobre è il mese dell’educazione finanziaria e previdenziale, ormai conosciuto dagli addetti ai lavori anche come l’#OttobreEdufin, dal nome del Comitato per la promozione dell’eduzione finanziaria del ministero dell’Economia. Previndai anche quest’anno ha partecipato all’iniziativa, organizzando in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale di Roma Tre, un seminario dal titolo un po’ provocatorio: Facciamo i conti con la previdenza. Il riferimento è ai numeri del nostro studio ‘Quanto costa la serenità’, di cui abbiamo parlato nell’incontro, durante una lezione della professoressa Ornella Ricci, davanti ai suoi studenti e in diretta con tutti gli iscritti a Previndai che hanno voluto partecipare e con i giovani che gli stessi hanno voluto invitare per tramite nostro. Qui è possibile scaricare le slide presentate e lo studio completo. 

L’approfondimento è mirato a dimostrare, calcoli alla mano, quanto poco costi per un giovane lavoratore investire per il suo futuro nella previdenza complementare, per sfatare il mito del ‘non posso permettermi un fondo pensione’. Dallo studio, realizzato dal nostro Ufficio Gestione dei Rischi, guidato da Simona Farrotti, emerge infatti con grande chiarezza che per un neoassunto di 30 anni il costo della previdenza complementare, negli ipotizzati 40 anni di carriera, sarà di soli 12.600 euro a fronte di un gruzzolo di 380 mila euro nel proprio salvadanaio previdenziale. Ben 120 mila euro in più di chi avesse deciso di investirvi il solo Tfr e più del doppio di colui il quale avesse lasciato in azienda il Trattamento di fine rapporto. 

Un risultato sorprendente possibile grazie a più fattori: innanzitutto il contributo del datore di lavoro (2% della retribuzione lorda nelle ipotesi dello studio, calcolato in base alla media di quanto previsto per i principali quattro fondi pensione negoziali italiani), che è dovuto se il lavoratore decide di versare anche la propria quota (ipotizzata nell’1,1% della retribuzione, sempre una media di quanto richiesto dai quattro principali fondi di categoria)  oltre al solo Tfr e che di fatto raddoppia almeno quanto versato dall’iscritto. Questo però vale per chi si iscrive ai fondi di categoria e non anche per i fondi aperti né altre soluzioni di mercato.  C’è poi il ‘lavoro’ dei rendimenti: scegliendo i comparti giusti, nel lungo orizzonte temporale di iscrizione alla previdenza complementare, possono fare la differenza; e ultima, ma non per importanza, la fiscalità vantaggiosa sia nella fase del versamento dei contributi (che sono deducibili fino a 5.164 euro l’anno), che sui rendimenti realizzati (tassati al 20% invece che al 26%) che sulle prestazioni, in particolare sulla pensione di scorta, che sconta un’aliquota tra il 15% e il 9%.

Insomma, tante evidenze a favore dell’investimento in previdenza complementare fin dall’inizio della carriera lavorativa, per spingere i giovani a pensare al loro futuro fin da subito, senza rimandare perché si pensa che il gioco non valga la candela o che non si guadagni a sufficienza per potersi permettere un simile investimento. 

Da canto suo Previndai ha realizzato lo studio e partecipato, come negli anni scorsi all’#OttobreEdufin, perché crede realmente nell’importanza dell’educazione finanziaria e previdenziale, che infatti è di recente stata inserita anche tra le materie scolastiche. Non abbiamo alcun vantaggio diretto da queste iniziative e non lo cerchiamo: i nostri iscritti sono solo dirigenti, dunque non certo i neoassunti a cui si rivolge lo studio o il nostro seminario. 

Siamo però davvero convinti che solo rendere le nuove generazioni consapevoli di quanto la previdenza complementare diventerà essenziale per chi si trova nel sistema completamente contributivo possa evitare di creare domani ampie fasce di popolazione anziana non in grado di provvedere economicamente al proprio sostentamento.

Anche per questo abbiamo istituito un premio di laurea, in memoria del nostro storico Direttore Franco Di Giovambattista, scomparso prematuramente. Ogni anno premiamo tre giovani brillanti e meritevoli, laureati in discipline economiche o statistiche, per le loro tesi sui temi della previdenza e delle assicurazioni sociali. Quest’anno abbiamo conferito il riconoscimento nel corso del seminario all’Università di Roma Tre e i vincitori sono: Nicola Favero, Francesca Serra e Flavia Tramacere

La prossima edizione partirà a breve e tutti i dettagli per partecipare saranno pubblicati, come sempre, sul nostro sito

 

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