Cos’è la Tassonomia europea e come potrà influire sugli investimenti previdenziali

 

Tutti pazzi per la Tassonomia verde Ue. Sui media rimbalzano le analisi e le polemiche sul tema ma di che si tratta? Partiamo dal principio, per l’Enciclopedia Treccani la Tassonomia è un: “Termine usato in botanica e in zoologia per indicare la classificazione”. In questo caso siamo fuori dal campo delle scienze naturali ma abbiamo sempre a che fare con una classificazione. Nello specifico: “Si tratta di una classificazione delle attività sostenibili, codificata dalla Commissione Europea con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e la coerenza rispetto a ciò che viene definito come sostenibile e quindi evitare il  greenwashing, ovvero l’ecologismo solo di facciata. Tuttavia non c’è alcun obbligo per gli investitori, che possono continuare ovviamente a investire dove meglio credono. La Tassonomia serve per distinguere ciò che è sostenibile da ciò che non lo è”, riassume Francesca Fraulo, partner di SustainAdvisory, società specializzata nell’audit e  certificazione degli strumenti finanziari verdi.

Nelle ultime settimane la questione è sotto i riflettori soprattutto perché la Commissione ha di recente stabilito di inserire nella lista delle attività considerate sostenibili anche il gas e il nucleare, seppur con alcuni paletti. “Questa proposta è stata avanzata sostanzialmente perché si teme che escludendo queste fonti dalla Tassonomia possano venir meno gli investimenti che le sorreggono, con deficit di produzione considerati potenzialmente pericolosi, poiché queste produzioni sono utili a bilanciare il carattere intermittente delle fonti rinnovabili”.  Non tutti i Paesi sono però d’accordo sull’impostazione dell’esecutivo Ue e ora lo scontro si sposterà nel Consiglio e nel Parlamento Europeo, che saranno chiamati a dare il via libera all’atto della Commissione ma che potrebbero anche bocciarlo, rispettivamente a maggioranza semplice e qualificata. La partita insomma è ancora aperta.

Ad ogni modo la Tassonomia è solo una delle novità previste dal Regolamento europeo (numero 852) del 2020 che è stato messo in campo dalla squadra guidata dalla presidente Ursula von der Leyen nell’ambito dello European Green Deal per finanziare la crescita sostenibile. Infatti “dal 2022 le società quotate con più di 500 dipendenti dovranno riportare nell’informativa non finanziaria il livello di allineamento alla Tassonomia. Per esempio, un produttore energia elettrica dovrà specificare quanta dell’energia che produce è generata da fonti fossili, quanta da fonti rinnovabili e come evolverà la produzione nel corso dei prossimi cinque anni”, spiega Fraulo.

Anche i fondi di investimento, già da marzo 2021, devono riportare un’informativa sul sottostante dei prodotti offerti e chiarire se contribuiscono alle attività sostenibili o se nascono come prodotti sostenibili. E a partire da gennaio 2022  “l’informativa dell’investimento proposto va descritta anche in termini di allineamento alla Tassonomia europea. Fino allo scorso anno tanti fondi offerti sia al retail che agli istituzionali erano corredati da comunicazioni più che altro di marketing su questo profilo, oggi invece ci sono strumenti esatti per determinare se un prodotto è davvero sostenibile oppure no”.

Guardando all’Italia, molti dei criteri utilizzati dalla Tassonomia UE per la scelta degli investimenti sostenibili sono stati recepiti dal  Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e in particolare “il principio secondo cui gli investimenti ‘non debbano arrecare un danno significativo’ agli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici previsti dalla Tassonomia Europea. Considerata la magnitudine del piano di investimenti del Pnrr e la prescrittività delle regole per l’utilizzo dei fondi, c’è da aspettarsi che questo approccio rimarrà un caposaldo delle gare d’appalto di tutta la pubblica amministrazione e sarà declinato nelle diverse misure, comprese le riforme che l’Italia si è impegnata ad adottare entro il 2026”.

Per quanto riguarda il mondo della previdenza complementare, già oggi i fondi pensione devono tenere conto dei criteri ESG (Environmental, Social and Governance), avendo l’obbligo di adottare e pubblicare una propria politica sul tema. “L’informazione traina la strategia. In Italia l’avvicinamento degli investitori previdenziali ai temi della sostenibilità, anche se ancora non così evidente, sta avvenendo in maniera indotta dalla regolamentazione. Una crescita sotto questo profilo mi sembra inevitabile anche se oggi partiamo da numeri decisamente più bassi rispetto a giganti del settore, come la Francia o i Paesi dell’Europa del Nord”.

La direzione quindi per Fraulo è indicata chiaramente: “La crescita dovrà esserci e avverrà tanto più velocemente quanto più il mercato si adeguerà proponendo prodotti adatti a questi investitori, che essendo soggetti pazienti, con un orizzonte di lungo termine, possono essere interessati a questo tipo di attività. Infatti è stato dimostrato che le società che adottano pratiche sostenibili hanno più chance di sopravvivere e performare meglio di quelle che adottano strategie di breve termine e non in linea con obiettivi sostenibili”, conclude l’esperta di SustainAdvisory.

Per quanto riguarda Previndai, il fondo si è già dotato di una politica di Sostenibilità e impegno che si basa su una serie di strumenti da implementare nel tempo. Si tratta per esempio dell’utilizzo di filtri di esclusione, che non ammettono in portafoglio società che non rispettino determinati principi etici considerati imprescindibili; di criteri di preferenza per titoli che, a parità di altri requisiti, presentino superiori o crescenti caratteristiche ESG; di attività di impegno ed esercizio dei diritti di voto volti a migliorare le prassi di sostenibilità degli emittenti; e infine dell’integrazione delle informazioni ESG fra quelle che guidano le decisioni di investimento, per rendere più complete le analisi finanziarie. Si tratta di strategie che Previndai implementerà con “un approccio graduale nel tempo”, come si legge nella Politica di sostenibilità e impegno approvata nel settembre del 2021.

Condividi: