Per l’ad di Ferrovie gli investimenti del gruppo traineranno le filiere. Caccia a 150 mila nuovi profili. Con il piano industriale riassetto delle controllate. Previdenza e welfare leve per la produttività

 

Di Luisa Leone, Responsabile Comunicazione Previndai.

Gli investimenti del Pnrr nel settore ferroviario potranno fare da traino alle filiere e far crescere anche le pmi. Lo spiega in questa intervista con Previndai Media Player  Luigi Ferraris, dalla primavera 2021 amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane. Il settore dei trasporti soffre ancora a causa della pandemia ma il governo, dice l’ad, ha messo sul tavolo la questione per risolverla e non solo in termini congiunturali.

 

Dottor Ferraris, FS gestirà circa 24 miliardi di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I tempi sono serrati, i ritardi lo spauracchio peggiore. Come si faranno a centrare tutti gli obiettivi entro il 2026?

Viviamo un momento storico complicato ma eccezionale, nel quale le infrastrutture sono tornate al centro dell’attenzione generale e, grazie all’impegno del Governo e delle istituzioni comunitarie, abbiamo a disposizioni ingenti risorse finanziarie che traguardano anche oltre il 2026 e che potranno ridurre gli attuali gap tra nord e sud Italia e rendere il trasporto ferroviario sempre più moderno ed efficiente, integrato con gli altri sistemi di mobilità in un’ottica di sostenibilità non solo ambientale. Ecco quindi che, come Ferrovie dello Stato Italiane, siamo chiamati a svolgere un ruolo fondamentale. Lo sono, in particolare, le nostre società delle infrastrutture e dell’ingegneria, Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Anas. Il Pnrr ci affida oltre 24 miliardi di risorse con un orizzonte temporale stringente. Lo è sia per quelle opere già in fase realizzativa sia per quelle da avviare e per le quali il governo ha introdotto misure che ne dovrebbero accelerare gli iter approvativi. Su questo fronte resta prioritaria la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. Noi faremo la nostra parte.

 

Grazie a questa mole di risorse per investimenti sarà possibile coinvolgere indotto e filiere? Quali settori potranno essere più trainati dai vostri investimenti?

Le grandi imprese, tra cui il Gruppo FS, svolgono un ruolo strategico a traino delle filiere di settore, abilitando anche le piccole e medie imprese a crescere in termini di competitività, innovazione e sostenibilità, alla ricerca di soluzioni sempre più smart ed efficienti, generando impatti virtuosi sul PIL e sull’occupazione in tutta la catena logistica. Le competenze delle persone sono fondamentali per la messa a terra degli investimenti e nel nostro settore c’è, in generale, una carenza di risorse qualificate che va contrastata avvicinando i giovani alla nostra realtà in modo rapido. Per realizzare questo è necessario fare sistema, agire in modo coeso con le scuole tecniche e le università, come con le amministrazioni pubbliche e le grandi imprese. Ci sono più di 150 mila posizioni che dovranno essere ricercate tra operai generici, operai specializzati, ingegneri. La grande sfida è questa, investire sulle competenze e la formazione, attirando anche le intelligenze migrate all’estero e valorizzando i giovani talenti presenti in Italia.

 

Ferrovie avrà un ruolo importante anche nella transizione verde, per il settore dei trasporti, come evitare che il passaggio diventi traumatico per il comparto nel suo insieme?

Per una vera svolta sostenibile del settore è necessaria non solo una transizione energetica ma, in parallelo anche una transizione della mobilità. Il settore dei trasporti in Italia è responsabile del 25% del totale dell’anidride carbonica emessa. In questo contesto il treno è il mezzo di trasporto più efficiente dal punto di vista energetico e con il minor impatto ambientale e il Gruppo FS può abilitare uno shift modale per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal Europeo e dal pacchetto “Fit for 55”, il piano dell’ Ue su clima ed energia.  Nella transizione energetica il settore ferroviario e le attività del Gruppo FS partono in ogni caso in vantaggio per la loro intrinseca sostenibilità.  Accrescerla, ad esempio, con l’elettrificazione di nuove linee, e con l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, ha costi e impatti minori rispetto ad altri settori. Addirittura genera valore e occupazione. Sul fronte degli investimenti pubblici potenziare e rendere più efficienti le infrastrutture ferroviarie significa incentivarne l’uso. Così riduciamo le emissioni climalteranti, abbattiamo i costi diretti e indiretti (sociali ed economici) del trasporto di persone e merci, riduciamo le disuguaglianze Nord-Sud, aumentiamo la competitività del Sistema Paese.

 

E il Covid? L’effetto delle nuove norme e la paura di viaggiare si faranno sentire sui conti del 2022? Quali contromisure state adottando?

La pandemia da Covid-19 ha sicuramente avuto, ed ha, un impatto sui nostri conti e sui nostri volumi di traffico. Ma FS, anche nelle fasi più buie della pandemia, non si è mai fermata garantendo l’approvvigionamento delle merci e il trasporto dei passeggeri. Al centro della nostra attenzione ci sono le nuove esigenze dei passeggeri. Prima di tutto la sicurezza sanitaria. A bordo dei nostri treni, e nelle stazioni, abbiamo messo in campo una serie di azioni per garantire l’igienizzazione, la sanificazione e il rispetto delle norme sul distanziamento tanto da diventare benchmark a livello europeo. In questa fase siamo impegnati a creare connessioni fisiche, realizzando le infrastrutture sostenibili del futuro, ma anche digitali. Vogliamo migliorare il wi-fi sull’Alta Velocità e portarlo su tutte le nostre linee e su tutti i treni, incrementando i servizi multimediali ai passeggeri. Garantire qualità a bordo significa attirare domanda e favorire indirettamente anche il decongestionamento dei traffici urbani e interurbani, permettendo alle persone di spostarsi di più in treno non solo tra le grandi città, ma anche tra i grandi centri e le periferie.

 

Molti operatori del settore del trasporto chiedono un intervento del Governo, ritiene sia necessario?

Certamente i trasporti, così come il turismo, sono stati e continuano ad essere colpiti dalla pandemia dal punto di vista di una inevitabile contrazione della domanda di mobilità collettiva. Il Governo ne è ben consapevole e mi risulta che stia già affrontando la questione anche in termini non esclusivamente congiunturali.  Sono certo che adotterà le misure più opportune e coerenti sia con la situazione generale del paese sia con le regole europee.

 

Quando arriverà il nuovo Piano Industriale e su quali pilastri poggerà?

Stiamo lavorando con grande impegno al nuovo piano industriale che avrà un respiro decennale. Prevediamo di presentarlo entro la fine di questo primo quadrimestre del 2022. Porterà anche a una riorganizzazione generale delle società controllate con l’obiettivo di essere più efficaci nell’intervenire sul sistema nazionale della mobilità per renderla sempre più sostenibile e integrata avendo come fattori abilitanti l’innovazione tecnologica e digitale e le persone, tutti i nostri stakeholder.  Le nostre società potranno lavorare in maniera più sinergica nella progettazione, gestione e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie e stradali, e dei relativi servizi che potranno davvero diventare più integrati, efficaci, sostenibili anche economicamente.

 

Una finestra sul mondo della previdenza: qual è la politica di Ferrovie, tra i maggiori datori di lavoro del Paese, in fatto di previdenza complementare? Quanto è importante l’informazione su questo tema?

Sono convinto che una corretta informazione e comunicazione delle opportunità e dei servizi che assicuriamo sia fondamentale per lo sviluppo e la diffusione di tutte le iniziative di welfare, a partire dalla previdenza complementare. In linea con questa convinzione, abbiamo messo a disposizione delle nostre persone una piattaforma welfare di Gruppo. Il welfare e il people caring rappresentano infatti una dimensione importante della nostra visione strategica, che pone l’attenzione alle persone come valore. Sono strumenti capaci di migliorare il loro benessere e la loro motivazione nonché di facilitare il bilanciamento e l’integrazione dei tempi di vita e di lavoro. Siamo convinti che costituiscano anche una leva che sostiene la produttività e la stessa qualità del lavoro.

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