di Giovanni Maggi Presidente Assofondipensione*

Il nostro Paese si trova ad affrontare oggi sfide inedite rispetto al passato, quali la decrescita demografica, il progressivo invecchiamento della popolazione, l’aumento delle disuguaglianze sociali, l’emergere di nuovi rischi e bisogni sociali causati dalla pandemia e dagli eventi bellici, e il conseguente aumento della domanda di servizi di welfare sempre più complessi.

Occorre dunque potenziare il sistema di welfare integrativo e, in primis, il ruolo dei fondi pensione.

Con l’arrivo del nuovo Governo, sarà importante aprire un confronto urgente con  il regolatore politico verso una maggiore attenzione al tema del secondo pilastro, anche in rapporto alle modifiche che stanno coinvolgendo il mondo del lavoro, il sistema di welfare e i mercati finanziari, sollecitando interventi strutturali come la necessità di una Campagna di informazione per un concreto rilancio delle adesioni, l’estensione della detassazione degli investimenti e per discutere di un sistema impositivo che si mantenga agevolato ed equo, con l’obiettivo di salvaguardare la sostenibilità sociale e il necessario equilibrio fra prestazioni pubbliche e complementari, potendo contare per di più sul ruolo che il secondo pilastro ha assunto sempre di più come importante tessera del sistema degli ammortizzatori sociali (R.I.T.A., riscatto per adesione al contratto di espansione, per mobilità, cigs o cigo) e favorendo l’estensione delle coperture accessorie.

In questo senso, può essere molto utile intensificare anche le azioni sinergiche con le altre principali entità esponenziali del comparto previdenziale, compresi i fondi preesistenti, come il Previndai, per fornire un fronte comune e massa critica adeguati a una nuova strategia organica sul modello di welfare nel Paese, che definisca in modo unitario fabbisogni, priorità e criteri di intervento.

Il consolidamento della ripresa economica dell’Italia post – Covid passa anche dalla riattivazione degli investimenti e dalla canalizzazione delle risorse finanziarie dei fondi pensione verso l’economia reale. Il sistema previdenziale può e deve giocare un ruolo fondamentale a sostegno dello sviluppo economico e della crescita futura del Paese. Per questo, la nostra Associazione partecipa alla costruzione del “Progetto Economia Reale”, il cui obiettivo è facilitare l’afflusso di investimenti verso l’economia nazionale attraverso Fondi di Fondi gestiti da FII (Fondo Italiano di Investimento Sgr), mobilitando risorse provenienti dai Fondi pensione e dal co-investitore Cassa Depositi e Prestiti.

Ne abbiamo parlato diffusamente anche in un convegno del 14 luglio scorso organizzato dal CNEL: l’emergenza sanitaria ha evidenziato con forza che, al fine di garantire alla previdenza complementare una maggiore resilienza nelle situazioni di difficoltà dei mercati finanziari, occorre guardare al futuro con una visione strategica, sia dal punto di vista politico,  economico che sociale.

In questo senso ci aspettiamo molto anche dalle risorse europee per il PNRR, un’opportunità unica per il nostro Paese per la ripresa dell’economia e dell’occupazione, presupposti imprescindibili per un incremento delle adesioni ai fondi pensione e delle dimensioni patrimoniali degli stessi, a tutto beneficio di un concreto intervento nell’economia reale, per la riduzione delle disuguaglianze territoriali e generazionali e un aumento del livello di inclusione previdenziale.

I 3,651 milioni di aderenti ai fondi negoziali; gli oltre 63 miliardi di Euro di risorse accumulate dai negoziali e destinate alle future prestazioni; il rendimento medio annuo che resta positivo al 3,1 per cento, malgrado le turbolenze dei mercati che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, con i costi più bassi in assoluto, dimostrano che Assofondipensione, a quasi 20 anni dalla sua costituzione, ha saputo lavorare con efficacia per coordinare e valorizzare al meglio la crescita e il lavoro dei fondi pensione negoziali.

 

*Assofondipensione è l’Associazione dei fondi pensione negoziali, costituita nel settembre del 2003 ad opera delle principali organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori (Confindustria, Confcommercio, Confservizi, Confcooperative, Legacoop, Agci, e Cgil, Cisl, Uil e Ugl). Ad oggi risultano essere 31 i fondi pensione soci, istituiti, su base nazionale o regionale, nei principali comparti produttivi.

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