Di Francesco DI Ciommo, Presidente Previndai

L’anno che ci stiamo lasciando alle spalle è stato particolarmente difficile. Non solo per gli strascichi della pandemia, ma anche, come evidente, per lo scoppio della guerra in Ucraina, per l’impennata dei costi energetici e per il blocco dei porti asiatici. Circostanze queste ultime che, combinate all’alto livello di liquidità presente nei mercati, hanno determinato l’insorgere di una forte e inattesa inflazione a livello mondiale.

La situazione, che ha condizionato e condiziona la quotidianità delle imprese e delle famiglie, non ha risparmiato i fondi pensione e, dunque, anche il Previndai. Anche i rendimenti dei nostri investimenti nel 2022 hanno, infatti, risentito dell’eccezionale volatilità dei mercati finanziari, con i comparti Bilanciato e Sviluppo che hanno registrato valori in calo rispetto all’anno scorso, ma con le linee garantite (Assicurativo 1990 e Assicurativo 2014) saldamente in terreno positivo (circa il 2%). Evidenza questa che conferma la validità dell’approccio di Previndai, che, oltre a presidiare al meglio tutti i rischi operativi, offre ai dirigenti industriali italiani soluzioni diverse per esigenze diverse: una protezione dall’instabilità delle piazze finanziarie per chi è vicino al momento della pensione (comparti garantiti) e uno strumento per cavalcare i marosi dei mercati per chi ha il tempo di recuperare perdite e sfruttare rimbalzi delle quotazioni (comparti finanziari). 

Anche quest’anno, dunque, possiamo dirci molto orgogliosi del lavoro svolto dal Fondo nell’interesse degli iscritti. Nel solco di una tradizione che rende, da oltre 30 anni, Previndai un punto di riferimento per tante migliaia di dirigenti – ormai oltre 85 mila – che ci affidano le loro attese di serenità per il futuro. E Previndai c’è e ci sarà, per garantire sempre professionalità, trasparenza e impegno nella ricerca dei migliori risultati e delle soluzioni di investimento previdenziale più moderne e coerenti con le esigenze dei nostri iscritti. 

Abbiamo da poco celebrato i 30 anni della previdenza complementare con il convegno “30+ Una finestra sul futuro”. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che partecipare al dibattito pubblico sui temi della previdenza, e più in generale dell’economia del Paese, costituisca un valore aggiunto a tutela degli interessi dei nostri iscritti. In quanto far sentire la nostra voce, confrontarci con gli altri attori del comparto, con le aziende e con le istituzioni non può che essere un viatico per far arrivare le nostre richieste e le nostre riflessioni laddove si prendono le decisioni importanti.

Dai dati che abbiamo analizzato nel corso del convegno, infatti, emerge chiaramente come la previdenza complementare sia ancora una cenerentola in Italia in quanto solo il 30% dei lavoratori fa ricorso a un fondo pensione e tra i giovani under 35 questa quota scende sotto il 17%. Troppo poco per non temere per il futuro di queste persone e del Paese, che rischia di doversi far carico nei prossimi lustri di un’importante coorte di anziani non economicamente autosufficienti.

Per questo è fondamentale investire nell’informazione e nella formazione sui temi previdenziali, coinvolgendo scuole, università, imprese. Così come importante è ragionare sul regime fiscale dei fondi pensione, per renderlo ancora più attrattivo e conveniente, soprattutto a favore dei più giovani. Il tutto senza dimenticare il ruolo fondamentale che gli investitori previdenziali possono, e devono, avere per il futuro dell’Italia. Dall’alto dei loro oltre 200 miliardi di patrimonio, infatti, i fondi pensione italiani potrebbero costituire una leva importante per la crescita del Paese se solo si impegnassero a investire una parte di queste risorse nell’economia reale, e cioè nel tessuto produttivo italiano. 

Un precorso che Previndai ha iniziato, ormai diversi anni fa, e che è intenzionata a seguire anche in futuro, per raggiungere l’obiettivo di un portafoglio finanziario con il 10% di investimenti alternativi, di cui almeno il 50% dedicati all’Italia. Ovviamente, senza dimenticare l’attenzione al bilanciamento dei rischi, e senza dimenticare mai di anteporre ad ogni altro interesse quello dei nostri iscritti.

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